La nostra parrocchia ha inaugurato la Settimana Santa partecipando alla rappresentazione della Passione di Gesù che si è tenuta venerdì 22 marzo nella villa comunale.
La suggestiva sacra rappresentazione, ideata e diretta da suor Carmen Martinez e don Mirko Pollinzi, ha impegnato per la sua realizzazione un centinaio di persone, tra interpreti e staff tecnico.
Una grande lavoro di squadra, che ha coinvolto vari gruppi parrocchiali, tra cui, in primo luogo, le famiglie dell’Oratorio parrocchiale, alcune associazioni di volontariato. Particolarmente significativo è stato il coinvolgimento di tutte le fasce d’età: genitori e figli insieme hanno vissuto un vero e proprio percorso di catechesi, alla scuola della Passione del Signore. Il clima di preghiera e meditazione che si è riusciti a creare ha permesso a tutti i presenti di riflettere sulla via della croce percorsa da Gesù per la nostra salvezza.
Ricco di significato è stato anche il coinvolgimento delle associazioni Japjx e Isola ambiente apnea, che hanno contribuito con entusiasmo alla riuscita dell’iniziativa. La cornice suggestiva della villa comunale, per l’occasione rimessa a nuovo con il prezioso lavoro del settore tecnico manutentivo del Comune di Isola, ha garantito un ambiente sicuro e ben curato per lo svolgimento dell’evento.
La Passione di Gesù, da tanti secoli viene meditata dai cristiani attraverso le stazioni della via Crucis, che rievocano simbolicamente il tragitto percorso dal Signore al mattino del Venerdì Santo dal cortile del pretorio all’altura del Golgota.
Breve storia della Via Crucis
La Via Crucis è una forma di preghiera antichissima, che si è ritualizzata nei secoli, a partire dalle prime espressioni di devozione legata ai luoghi santi di Gerusalemme, passando per il medioevo, con il fondamentale contributo dei Frati Francescani, che sono dal XIII secolo i custodi dei santuari della Terrasanta.
La Chiesa di Gerusalemme ha mostrato fin da subito un interesse per i luoghi santi legati alla Passione di Cristo. Già nel secondo secolo d.C., vi erano espressioni di culto cristiano nell’area dove si trovava il sepolcro di Gesù. Nel IV secolo, la pellegrina Eteria menziona tre edifici sacri eretti sul Golgota: una chiesa basilicale, il memoriale della crocifissione di Gesù e quello del suo sepolcro. Alcuni studiosi ritengono che la processione che si svolgeva già allora tra questi edifici rappresentasse una forma iniziale della futura Via Crucis.
La Via Crucis che conosciamo noi ha le sue origini nel XIII secolo, in particolare in Germania e nei Paesi Bassi. Essa unisce tre devozioni diffuse in quel periodo: la devozione alle “cadute di Cristo” sotto la Croce, la devozione ai “cammini dolorosi” di Cristo e la devozione alle “stazioni” di Cristo lungo il cammino verso il Calvario. Queste devozioni hanno contribuito alla formazione della Via Crucis come pio esercizio.
Negli anni successivi, la Via Crucis si è diffusa in altre regioni, assumendo forme e numeri diversi per quanto riguarda le stazioni e il loro ordine. Tuttavia, la forma attuale della Via Crucis, con quattordici stazioni disposte nello stesso ordine, è stata attestata in Spagna nel XVII secolo e successivamente si è diffusa in Italia e in altre parti del mondo, grazie anche all’impegno di missionari come San Leonardo da Porto Maurizio.
Meditare la Passione di Gesù, oggi
La Via Crucis è un cammino, spesso è proprio un percorso che attraversa le vie di un centro abitato, come abitualmente facciamo anche noi nella nostra parrocchia. Altre volte è un percorso puramente interiore, che si vive in una chiesa, da soli o in forma comunitaria. In ogni caso, si tratta di un piccolo pellegrinaggio che ci offre la possibilità di soffermarci (stazionare) su alcuni aspetti della Passione del Signore, perché possiamo capire meglio il suo valore e significato, e soprattutto perché possa diventare una scuola di umanità, secondo il pensiero di Dio, a immagine dell’umanità di Gesù. Nel cammino della croce, infatti, noi vediamo risplendere, anche se sotto la difficile via della sofferenza per amore, il volto umano di Dio, che in Gesù ci ha mostrato una via di aiutanti a realizzazione della nostra vita.
Gesù che cammina sotto il peso della croce è l’uomo che dona tutto se stessso, che non vive per se stesso, ma offre tutto di sé. Via di servizio, via di donazione senza riserve. Seguendo Gesù fino al golgota, riscopriamo quanto Dio ha deciso di fare in nostro favore, con quanto amore ha deciso di donarsi a noi e con quale fedeltà persegue questa sua scelta.
Possa la Settimana Santa che vivremo, risvegliare il noi la gratitudine per quanto vediamo accadere lungo la via della croce, e sorga in noi il desiderio autentico di seguire il Signore fino alla piena conformazione a lui.






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