Uno scriba si avvicina a Gesù. Siamo nel cuore di Gerusalemme. Lo scriba, domanda a Gesù: “Maestro, qual è il comandamento più importante?”. Gesù, con una semplicità che va dritta al cuore, risponde con l’invito a mettere al centro della vita ciò che più conta: l’amore.

“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. E amerai il prossimo tuo come te stesso.”

Non c’è una dottrina segreta per pochi iniziati: il senso di tutto è amare. Non un amore a metà, non una parola buona ogni tanto: Gesù ci parla di un amore che deve coinvolgere ogni fibra di noi, ogni respiro. Amare con il cuore, l’anima, la mente, la forza. Avete presente quando si ama così? Non c’è spazio per la paura o per il calcolo, perché è un amore che trabocca, che non riesce a stare fermo, che ci spinge a dare tutto. Al verbo amare, per rendere l’idea, possiamo sostituire provvisoriamente il verbo cercare. Proviamo a rileggere così la risposta di Gesù e vediamo come suona. Cercare Dio con ogni fibra del proprio essere, cercare l’altro senza stare ad aspettare chiusi in se stessi, andare incontro alla vita con tutto l’entusiasmo di cui siamo capaci.

Allargare gli orizzonti del proprio essere

Amore, ricerca, non un gesto distratto, non una preghierina recitata a memoria, con un occhio all’orologio. Gesù, facendosi esegeta autentico della parola, lui che è la Parola stessa che Dio ha pronunciato per noi, ci invita a un amore pieno, sincero, a ricercare il filo di una relazione possibile con la sorgente del nostro essere, che chiamiamo Dio, che Gesù ci ha insegnato a chiamare Padre. Alimentare il desiderio di Dio con tutta l’anima diventa così l’avventura entusiasmante della vita.

Amare il prossimo, senza riserve

Al fondamentale comandamento biblico che i fratelli ebrei ripetono con dedizione ogni giorno nella loro preghiera, Gesù aggiunge, a sorpresa, un altro versetto, un comandamento “secondo”, quindi profondamente legato con il primo:

“Ama il prossimo come te stesso.”

Non esiste un amore privato, l’amore vero è un esodo dell’anima, un incontro. Resta da capire chi sia questo prossimo, fin dove debbano spingersi i confini dell’amore. Il vicino di casa, il collega che ci stressa, l’amico di ogni giorno, lo sconosciuto con cui incrociamo lo sguardo: tutti sono parte di questa meraviglia di cui Dio ci rende partecipi. Il vangelo approfondirà questa relazione quando Luca ci trasmetterà la parabola del Samaritano, di colui che “si è fatto prossimo”, abbattendo, con i gesti semplici della cura, ogni muro culturale, sociale, religioso per rispondere alle esigenze dell’amore.

Amare, porta d’ingresso al Regno di Dio

Gesù conclude l’incontro con lo scriba dicendogli: “Non sei lontano dal Regno di Dio.” Lo scriba, infatti, ha intuito che l’esegesi proposta da Gesù rende il cuore della torah, l’insegnamento di Dio, la sua legge di libertà. Appassionato delle Scritture d’Israele, è stato capace di sintonia sincera con Gesù. La pratica del comandamento duplice è la porta d’ingresso a quella novità che Gesù chiama regno di Dio. Un nuovo modo di essere e d’intendere la vita, un nuovo sguardo sulle cose, una nuova mentalità, un nuovo modo di sperimentare il mondo, perché ora si è ricevuto in dono lo sguardo stesso di Dio, il suo stesso cuore, che batte al ritmo di quello di Gesù.

Si tratta, però, soltanto di un inizio. Per essere finalmente cittadini di quel regno di libertà, ci vuole un piccolo ma decisivo passo ancora. Lo farà Gesù. La sua pasqua. Quel passaggio determinante Giovanni lo spiegherà nel racconto dell’ultima sera di Gesù con i suoi, mentre a tavola, dopo aver lavato loro i piedi in segno di totale donazione, insegnerà:

“Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri” (Gv 13,34-35).

Questo è il comandamento di Gesù, cioè il suo desiderio più profondo, che coincide con il desiderio di Dio per noi. Uno dei vertici del Nuovo Testamento, che ci apre il passaggio verso quel vivere altrimenti che è il dono che Gesù ci ha fatto.

In questa domenica, lasciamoci ispirare dalla Parola, e domandiamoci: come possiamo vivere questo amore ogni giorno? Come posso trasformare il mio sentire perché sia ricerca appassionata di Dio e cura amorevole del prossimo?

Buona domenica!


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