Spunti di riflessione sulla Parola della XXXIII Domenica del Tempo Ordinario – Anno B

La liturgia di questa domenica ci pone davanti a un provocatorio “per sempre”. In un mondo dove tutto appare precario e provvisorio, dove le relazioni si fanno sempre più “liquide” e le certezze si sgretolano, in un momento storico su cui si affaccia l’incubo di violenze senza limite e forze distruttrici, il Signore ci invita a riflettere in termini di eternità: ciò che resta, ciò che non passa.

Dal Vangelo secondo Marco

Ma in quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più il suo chiarore, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno scosse. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire nelle nubi con grande potenza e gloria. E manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo.

Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. Così anche voi, quando vedrete avvenire queste cose, sappiate che egli è vicino, alla porta. In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto ciò avvenga.

Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Quanto a quel giorno e a quell’ora, nessuno lo sa, neppure gli angeli nel cielo, né il Figlio, ma solo il Padre.

La parabola del fico: un invito alla speranza

“Dalla pianta di fico imparate la parabola” (Mc 13,28). Non è un invito alla paura, ma alla speranza vigile, a saper rivolgere attenzione ai segni che la vita ci presenta, alle pieghe della storia. Quando il ramo della pianta di fico diventa tenero e spuntano le foglie, non è la fine, ma l’annuncio di una nuova stagione, che invita a guardare con fiducia al futuro.

Così, paradossalmente, proprio i momenti di più grande tensione possono diventare occasioni per cogliere la vicinanza di Dio e il suo operare.

Il tempo della crisi come opportunità

Il profeta Daniele ci parla di un tempo di angoscia “come non c’era stata mai”. Il Vangelo ci descrive scenari cosmici inquietanti: il sole che si oscura, la luna che non dà più luce, le stelle che cadono. Le immagini apocalittiche sono un linguaggio adatto ai temi di crisi, quando le nostre sicurezze sembrano vacillare e crollano i punti di riferimento. Queste immagini, però, vanno decodificate. Il loro messaggio profondo sta nel rimando al senso autentico delle cose, a quella direttrice della storia che è possibile intravedere soltanto quando la storia stessa è come scoperchiata a causa di un passaggio critico che viviamo. Vale per la nostra vita personale e per la nostra vita comunitaria.

“Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno” (Mc 13,31). È questa la roccia su cui possiamo costruire la nostra speranza. Mentre tutto sembra dissolversi, la Parola di Dio rimane salda, “per sempre”.

Come è riuscito a spiegare in modo incisivo padre Cantalamessa qualche tempo fa, in una predica del Venerdì Santo,

Gli assetti del mondo possono cambiare da un giorno all’altro. Tutto passa, tutto invecchia; tutto – non soltanto “la beata gioventù” – vien meno. C’è un solo modo di sottrarsi alla corrente del tempo che trascina tutto dietro di sé: passare a ciò che non passa! Mettere i piedi sulla terra ferma!

Da punto di arrivo a punto di partenza

Quando tutto ciò che ci ha garantito stabilità viene meno, non siamo giunti alla fine, ma forse all’inizio di qualcosa di nuovo. Come ci ricorda il profeta Daniele, proprio in quel tempo “molti di quelli che dormono nella regione della polvere si risveglieranno” e “coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per sempre”.

Si tratta di sapersi avventurare, confortati e sfidati allo stesso tempo dai segni dell’Oltre che ci chiedono nuovi slanci e nuova fiducia.


Per la riflessione personale

Prova a meditare su alcune domande:

  • Quali sono le “stelle cadenti” della mia vita, i punti di riferimento che sembrano venire meno?
  • Come vivo i momenti di tribolazione: come fine o come possibile nuovo inizio?
  • Cosa significa scommettere sul “per sempre” dell’amore di Dio?

Preghiera

Signore Gesù, in un mondo che ci imprigiona alla provvisorietà, donaci il coraggio di credere nel “per sempre”. Aiutaci a leggere i segni dei tempi non con paura, ma con quella speranza vigile che sa riconoscere, anche nelle tribolazioni, i germogli di una nuova primavera dello Spirito. E quando tutto sembra oscurarsi, ricordaci che le tue parole non passeranno mai. Amen.


“Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno” (Mc 13,31



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