1Preghiera. Di Mosè, uomo di Dio.
Signore, tu sei stato per noi un rifugio
di generazione in generazione.
2Prima che nascessero i monti
e la terra e il mondo fossero generati,
da sempre e per sempre tu sei, o Dio.
3Tu fai ritornare l’uomo in polvere,
quando dici: «Ritornate, figli dell’uomo».
4Mille anni, ai tuoi occhi,
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte.
5Tu li sommergi:
sono come un sogno al mattino,
come l’erba che germoglia;
6al mattino fiorisce e germoglia,
alla sera è falciata e secca.
7Sì, siamo distrutti dalla tua ira,
atterriti dal tuo furore!
8Davanti a te poni le nostre colpe,
i nostri segreti alla luce del tuo volto.
9Tutti i nostri giorni svaniscono per la tua collera,
consumiamo i nostri anni come un soffio.
10Gli anni della nostra vita sono settanta,
ottanta per i più robusti,
e il loro agitarsi è fatica e delusione;
passano presto e noi voliamo via.
11Chi conosce l’impeto della tua ira
e, nel timore di te, la tua collera?
12Insegnaci a contare i nostri giorni
e acquisteremo un cuore saggio.
13Ritorna, Signore: fino a quando?
Abbi pietà dei tuoi servi!
14Saziaci al mattino con il tuo amore:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
15Rendici la gioia per i giorni in cui ci hai afflitti,
per gli anni in cui abbiamo visto il male.
16Si manifesti ai tuoi servi la tua opera
e il tuo splendore ai loro figli.
17Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio:
rendi salda per noi l’opera delle nostre mani,
l’opera delle nostre mani rendi salda. (Sal 90,1-17)
Il Salmo 90 apre il quarto libro del Salterio (90-106). In questa sezione troviamo una risposta orante alla crisi della dinastia davidica espressa nel Salmo 89. Se in quel testo Israele lamentava un fallimento collettivo e il senso di smarrimento del popolo, il Salmo 90 propone una nuova prospettiva: Dio è la vera dimora per il suo popolo.
Caducità umana ed eternità di Dio
Uno dei temi centrali del Salmo 90 è il contrasto tra la transitorietà della vita umana e l’orizzonte ben più ampio offerto dalla fede. L’esistenza dell’uomo è descritta con immagini evocative: il ritorno alla polvere, l’erba che appassisce, il sogno che svanisce. Queste immagini, mentre enfatizzano la precarietà dell’essere umano, servono come invito a riconoscere nella relazione con Dio una base ben più solida. Al riconoscimento della fragilità umana, si aggiunge, così, la presa di coscienza della necessità di orientare la propria esistenza verso valori duraturi, di non essere fondati in se stessi.
Il richiamo alla fragilità umana, che scaturisce dalla presa d’atto di un fallimento, è come un punto di leva, che conduce a una riflessione di tipo sapienziale sulla condizione umana e sulla possibilità di aprirsi alla fiducia, trasformando la consapevolezza della precarietà in una motivazione per una vita più piena e ricca di significato.
La sapienza del cuore
Uno dei versi più famosi del Salmo 90 recita: “Insegnaci a contare i nostri giorni e acquisteremo un cuore saggio“. Questa espressione invita a vivere con consapevolezza e discernimento, riconoscendo la fugacità dell’esistenza e il valore inestimabile di ogni momento. Contare i propri giorni, infatti, non significa solo prendere atto della brevità della vita, ma soprattutto imparare a darle significato attraverso scelte orientate al bene. Si tratta di comprendere la vita non solo in termini di durata, ma anche di profondità e pienezza. La sapienza del cuore, dunque, si configura come la capacità di accogliere con gratitudine il tempo donato, impiegandolo per costruire una relazione autentica con Dio e con gli altri.
Conferma l’opera delle nostre mani
Il Salmo si risolve in una preghiera di fiducia e speranza. La consapevolezza della brevità dell’esistenza umana non sfocia nella disperazione, ma nella richiesta di essere guardati con misericordia. La sua conclusione, con la richiesta di trovare stabilità nel lavoro delle proprie mani ora benedetto e accompagnato da Dio, evidenzia il desiderio profondo di un rapporto rinnovato con il Signore. Questo passaggio finale suggerisce che, nonostante la fugacità della vita, ciò che è compiuto in armonia con Dio può avere il profumo dell’eternità.






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