La liturgia di questa domenica mette al centro la fede come fiducia e perseveranza. La questione che viene posta non riguarda la quantità di fede, ma la qualità della nostra relazione con Dio.

Prima Lettura – Abacuc 1,2-3; 2,2-4

Il profeta grida la sua angoscia davanti alla violenza e al male, esprimendo un dolore profondo per le ingiustizie che affliggono il suo popolo e l’umanità intera. Dio risponde invitando ad attendere con pazienza: “Il giusto vivrà per la sua fede”. Viene qui espressa l’importanza della perseveranza e della speranza anche in tempi difficili. Non si tratta di rassegnazione, né di una fuga al di fuori della realtà, ma di un atto di fiducia profonda che la giustizia di Dio verrà, una giustizia che trascende le miserie terrene e ripristina l’ordine e la verità nell’esistenza umana. In questo contesto, la fede diventa un faro luminoso, una guida che sostiene nella lotta contro l’ingiustizia e promuove un futuro di pace e armonia.

Seconda Lettura – 2Tm 1,6-8.13-14

Paolo incoraggia Timoteo a “ravvivare il dono ricevuto”, a non vergognarsi del Vangelo, sottolineando l’importanza di vivere la fede con passione e dedizione. La fede non è un sentimento privato, ma una relazione che dà forma alla vita, e che diventa testimonianza coraggiosa alimentata dallo Spirito Santo. Vivere con fede significa condividere la nostra esperienza di vita con gli altri, mostrando come la relazione con Dio possa trasformare le esistenze. È fondamentale che Timoteo comprenda come la sua vocazione lo chiami a essere un faro di speranza in un mondo spesso buio e confuso, dove le verità spirituali possono sembrare lontane.

Vangelo – Lc 17,5-10

Gli apostoli chiedono a Gesù: “Accresci in noi la fede”. Gesù risponde che basta una fede grande come un granello di senape, il più piccolo dei semi, per realizzare quel che ci appare impossibile; infatti, anche la più piccola apertura alla fiducia in Dio è capace di imprimere una direzione nuova alla nostra vita.

In seconda battuta, Gesù ricorda lo statuto dell’essere discepolo, che consiste nel rispondere con gratuità a una chiamata gratuita e benevola da parte di Dio. il discepolo è servo “senza utile”, che trova il senso profondo del suo essere nel dono di sé, nel servire senza pretese di merito. È nell’atto di servire, senza egoismi e ricerca di tornaconto, che il discepolo trova il suo scopo.

Commento

Le letture di questa domenica convergono su un punto essenziale: la fede non è potere, ma fiducia operosa. Non è la somma di certezze accumulate né una forza straordinaria da esercitare per cambiare la realtà secondo i propri desideri. È, piuttosto, la capacità di rimanere in relazione con Dio anche quando non si comprendono i suoi tempi e i suoi modi; è la forza di chi continua a camminare nella notte, fidandosi della promessa.

Nel profeta Abacuc la fede si manifesta come pazienza attiva: l’uomo di Dio non finge di non vedere la violenza del mondo, ma la porta davanti al Signore e attende la sua giustizia. In Paolo, diventa testimonianza coraggiosa: ravvivare il dono ricevuto significa non vergognarsi del Vangelo, affrontare con libertà le fatiche del servizio, perseverare nella missione. Nel Vangelo, infine, Gesù ci invita a una fede umile e concreta: basta un granello di senape per compiere meraviglie, ma non per vanto o potere. È la fede del servo che, senza pretendere ricompense, serve con gratuità.

Così la fede cristiana si rivela come fiducia perseverante e servizio umile. È radicata nella pazienza, alimentata dal coraggio, espressa nella dedizione quotidiana. È la fede che non impone, ma costruisce; non conquista, ma ama; non si misura, ma cresce nel nascondimento, come un seme affidato alla terra di Dio.

Applicazioni per la nostra vita di fede

  • Educarci a vivere la fede non come quantità da misurare, ma come qualità di fiducia.
  • In parrocchia, valorizzare le piccole fedeltà quotidiane: volontari, catechisti, famiglie.
  • Ravvivare il dono dello Spirito nella preghiera e nei sacramenti.
  • Renderci disponibili a esperienze di servizio gratuito per imparare la logica evangelica.

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